Assicurazioni: il meteo diventa sempre più importante
Si è tenuto lo scorso 25 ottobre a Milano il “Business Insurance Insurtech Workshop”‚ appuntamento organizzato dal Gruppo Lercari e dal Meteo Expert – Expert Meteo, con il patrocinio di ANRA (Associazione Nazionale Risk Manager) e di Insurance Skills Jam – Il Convivio Assicurativo.
“La digital revolution – hanno osservato gli organizzatori nel presentare i lavori – sta radicalmente trasformando il nostro modo di vivere e di interagire sia a livello personale, sia a livello di business. Questo inarrestabile processo di cambiamento è ormai divenuto prassi consolidata ad esempio per il settore turistico o degli acquisti retail ed ha posto solide basi anche in molti altri business maturi quali il banking e sta ormai prepotentemente affacciandosi nel comparto assicurativo”.
Anche l’industria assicurativa “dovrà quindi rivedere i postulati fondanti del proprio business a partire dal concetto di prevedibilità e mutualità di gestione del rischio. L’evoluzione tecnologica applicata alle metodologie previsionali a medio e lungo termine hanno messo a disposizione degli operatori del rischio strumenti inimmaginabili sino a qualche tempo fa. La crescente affidabilità e credibilità delle previsioni ha consentito di disporre e sviluppare nuovi parametri finalizzati alla gestione del rischio per l’allungamento della catena del valore per gli operatori del settore”.
“E ciò – hanno sottolineato ancora gli organizzatori – non solo per quanto riguarda i tradizionali rischi agricoli o property derivanti da fenomeni climatici estremi ma anche in funzione post vendita al fine della migliore gestione di eventuali eventi dannosi con un margine di approssimazione ridottissimo e in qualsiasi parte del pianeta. La disponibilità e l’elaborazione storica di banche dati climatici accumulati negli anni può quindi divenire un plus utilizzabile per una sempre più vasta gamma di servizi pre e post vendita ad elevato valore aggiunto per il comparto assicurativo”.
Nel corso del workshop, operatori del rischio e della comunità scientifica si sono confrontati sul potenziale valore aggiunto delle nuove tecnologie e dei big data ai fini dell’analisi predittiva dei rischi e nel post vendita e l’unicità globale dei servizi peritali per la gestione dei sinistri a livello internazionale. Di seguito potrete trovare il resoconto della prima parte dei lavori.
Dopo i saluti introduttivi di Giovanni Lercari (AD dell’omonima società peritale), di Alessandro De Felice (presidente ANRA) e di Raffaele Salerno (CEO e Chief Science Officer di Meteo Expert – Expert Meteo), i lavori avuto inizio con un collegamento fra Serena Giacomin (meteorologa e climatologa di Meteo Expert – Expert Meteo e Meteo.it e presidente dell’Italian Climate Network) ed Andrea Giuliacci (meteorologo Meteo Expert – Expert Meteo e Meteo.it), in diretta video dal centro Produzione Tv e Media di meteo.it, dove vengono realizzate le edizioni quotidiane per le reti Mediaset e di altri network radio-televisivi.
Giuliacci, dopo aver illustrato le previsioni a breve termine dei giorni successivi (fra cui l’imponente perturbazione che ha poi interessato il nostro Paese a cavallo di fine ottobre/inizio del mese di novembre), ha evidenziato come oggi il mondo delle assicurazioni si stia avvicinando al mondo della meteorologia e del clima. “Secondo la scienza – ha affermato – i punti fondamentali da affrontare subito per essere più preparati in futuro nel campo della gestione del rischio sono la pericolosità idrogeologica del territorio, la valutazione degli effetti legati al cambiamento climatico e il ruolo delle nuove tecnologie”.
Alessandro Perotto ed Enrico Maggioni (Senior Science Specialist Ideam) hanno introdotto i pericoli di natura geofisica che possono colpire il territorio italiano, descrivendo una metodologia su come quantificare oggettivamente le differenti pericolosità ambientali. Sono partiti dal recupero e dalla manipolazione di dati pubblici, per poi presentare un lavoro inedito dove si è analizzata la frequenza ed intensità di fenomeni meteorologici che possono causare danni ad eventi e persone.
Dalla pericolosità sono passati al rischio spiegando ai presenti come è possibile prevenirlo e mitigarlo. Infatti, è stato introdotto il concetto di previsione meteorologica, dalla sua generazione alla divulgazione, per poi più dettagliatamente indicarne l’orizzonte temporale, accennando all’accuratezza e all’errore della stessa. È proprio tramite un’analisi previsionale che parte dai giorni precedenti fino all’accadimento di un evento che è possibile fornire avvisi meteorologici il più possibili accurati per essere preparati ed attrezzati a fenomeni potenzialmente dannosi. Infine, hanno mostrato esempi di visualizzazione di indici di rischio e avvisi meteorologici, personalizzabili e costruiti sulle esigenze dell’utente finale.
Serena Giacomin, con un veloce intervento, ha rimarcato la necessità di adeguarsi alle nuove realtà determinate dagli effetti del cambiamento climatico. Le parole chiave sono tre: prevenzione, mitigazione, adattamento. La climatologa ha inoltre mostrato le ultime evidenze dichiarate dalla comunità scientifica internazionale tramite lo Special Report IPCC 2018 dal titolo “Global Warming of 1.5°C”. Il rapporto ha lanciato un forte messaggio: “La strada per contenere il riscaldamento globale al di sotto della soglia di 1,5°C è difficile ma possibile, con grandi benefici potenziali per la società, le economie e ovviamente l’ambiente – ha spiegato Giacomin –. Ma occorre essere decisi da subito nell’applicare misure efficaci per la riduzione dei consumi di energia, per ridurre il consumo di risorse, appoggiando che fermezza tutte le pratiche di sviluppo sostenibile. Il settore assicurativo può avere un ruolo decisivo nella riduzione del rischio, nelle pratiche di prevenzione e nello sviluppo di una maggior consapevolezza di ciascun cittadino”.
Per concludere il case-history scientifico, il meteorologo Mike Favetta (WeatherPrep), ha approfondito come affrontare i rischi legati al cambiamento climatico, illustrando il know-how già sviluppato e le grandi potenzialità future.
Ne è seguito un tavolo tecnico di confronto e dibattito, condotto da Giacomin, la quale ha sollecitato i partecipanti sul tema della innovazione e digital transformation in senso lato.
Stefano de Rossi, della divisione Transformation Management di BNP Paribas Cardif, ha sottollineato l’importanza del passaggio, da parte delle imprese assicurative, da un approccio reattivo (come nel caso della tradizionale gestione post-evento degli eventuali sinistri) ad un approccio preventivo e proattivo nei confronti del rischio grazie anche alle opportunità predittive consentite dalle nuove tecnologie (come, ad esempio, nel caso della meteorologia).
Gianluca Lorenzi, Head of Reale Lab 1828, ha brevemente presentato la struttura della quale è a capo e la sua mission all’interno di Reale Group, realtà assicurativa italiana in forma mutualistica con 190 anni di storia ed un profondo radicamento nel tessuto locale e sociale italiano.
“190 anni di storia sono testimonianza di un DNA propenso al cambiamento – ha spiegato Lorenzi –. Nel passato questa attitudine unita ad una forte identità e competenza hanno permesso a Reale Mutua di vincere la sfida del mercato. Oggi le cose stanno cambiando e la principale differenza è proprio la velocità del cambiamento stesso. Reale Group ha cultura e visione e la capacità/missione (derivante dalla sua natura di Mutua) di guardare lontano. Per questo ha deciso di investire nel LAB per affrontare questa sfida fondamentale: aumentare la velocità di reazione ai cambiamenti del contesto di mercato dei giorni d’oggi”.
Reale Lab – ha proseguito Lorenzi – “ha una duplice mission: innovare senza strappare. Ottenere risultati di breve che generino valore di lungo periodo. Diffondere cultura dell’innovazione e attitudine al cambiamento: l’unica certezza è che dovremo essere capaci di rispondere velocemente ai cambiamenti esterni, quali questi siano. La velocità è già uno dei fattori critici di successo in molti settori e lo sta diventando anche nel settore assicurativo”.
L’innovazione è quindi un “lavoro serio”. Partendo dalla volontà di utilizzare i processi innovativi come ulteriore acceleratore del percorso di focalizzazione sempre più spinta verso una eccellenza trasversale, Reale Group ha identificato in quest fase otto ambiti di innovazione, che sono una combinazione di “business verticale” e “fattori tecnologici abilitanti”. Dalla sharing economy al welfare, dalla Internet of Things & Blockchain all’intelligenza artificiale ed altro ancora.
Paolo Speranza, Head of Innovation per Mansutti, storica realtà del brokeraggio assicurativo italiano, ha quindi fatto leva sulla sua attività nell’ambito delle start up insurtech e sullo sviluppo di progetti innovativi, parlando dei progetti sulla deep innovation nelle assicurazioni e del valore delle differenze individuali nella stipula delle polizze portate avanti dalla società di brokeraggio e presentando, tra l’altro, la piattaforma UPGRAPE, modello innovativo di Insurance Subscription Economy, “con prodotti scelti dal mercato, personalizzati nella loro composizione, in forma di coperture «libere» e trasparenti pagabili mensilmente”.
Francesco Liverani, responsabile del Market Management di Allianz Global Corporate & Specialty Italia, ha quindi riferito in merito allo stato dell’innovazione e dell’Insurtech all’interno di AGCS, con un focus specifico sull’intelligenza artificiale (IA).
“Non c’è dubbio – ha evidenziato Liverani – che le applicazioni basate sull’IA aumenteranno la vulnerabilità delle aziende agli attacchi informatici e ai guasti tecnici, provocando scenari di interruzione attività e perdite su vasta scala. Le aziende si trovano ad affrontare sfide importanti, in quanto la responsabilità passa dall’uomo alla macchina e al produttore. È necessario un nuovo approccio per gestire l’aumento dei danni causati dall’intelligenza artificiale. Il settore assicurativo è uno dei primi utilizzatori delle applicazioni IA per automatizzare i processi ripetitivi, potenziare l’analisi dei rischi e migliorare l’interazione con il cliente”.
Nel recente rapporto “The Rise of Artificial Intelligence: Future Outlook and Emerging Risks”, la società del gruppo Allianz ha identificato sia i benefici sia i rischi emergenti legati alla crescente diffusione dell’IA nella società e nell’industria, compreso il settore assicurativo.
“L’intelligenza artificiale, nota anche come “machine learning”, è essenzialmente un software in grado di pensare e imparare come un essere umano – ha spiegato Liverani –. Ma accanto ai potenziali vantaggi esistono anche dei rischi”. I rischi informatici, che secondo l’Allianz Risk Barometer 2018 rappresentano una delle esposizioni maggiori per le aziende, illustrano i due diversi aspetti delle nuove tecnologie come l’IA: i software basati sull’intelligenza artificiale “potrebbero contribuire a ridurre il rischio informatico per le aziende rilevando meglio gli attacchi, ma potrebbero anche aumentarlo se gli hacker malintenzionati fossero in grado di assumere il controllo di sistemi, macchine o veicoli. L’IA potrebbe consentire il verificarsi di incidenti informatici più gravi e mirati riducendo i costi di ideazione degli attacchi. Lo stesso attacco hacker – o errore di programmazione – può essere replicato su numerose macchine”.
Per identificare i rischi emergenti dell’IA, AGCS si è quindi concentrata su cinque aree: accessibilità del software, sicurezza, “accountability”, responsabilità ed etica. “Affrontando ciascuna di queste aree – ha sottolineato Liverani – lo sviluppo responsabile e l’introduzione dell’IA diventano meno pericolosi per la società. Sono essenziali misure preventive che riducano i rischi derivanti da conseguenze indesiderate”. Nel frattempo gli assicuratori avranno un ruolo cruciale da svolgere nel contribuire a minimizzare, gestire e trasferire i rischi emergenti derivanti dalle applicazioni di intelligenza artificiale. Le coperture tradizionali dovranno essere adattate per proteggere sia i consumatori sia le imprese.
Christian Perego (Affinity & Partnership Manager di Chubb Italia) ha infine riferito in merito all’approccio di Chubb rispetto al mutato scenario che rischia di soppiantare alcuni postulati fondanti a partire dal concetto di prevedibilità e mutualità del rischio.
Il Gruppo sta valutando e sviluppando nuovi modelli predittivi basati sull’utilizzo di sensori digitali, mobile app, IoT, dispositivi indossabili in grado di catturare nuovi dati per la valutazione del rischio. L’altra faccia della medaglia di un nuovo approccio alla valutazione dei rischi potrebbe essere l’apertura a nuove opportunità operative. Da questo punto di vista, Chubb sta attentamente valutando l’ulteriore sviluppo di partnership e l’implementazione di modelli non tradizionali di sviluppo operativo.
“Qualsiasi nuova attività, a maggior ragione se operata in paesi al di fuori del perimetro nazionale ed europeo, espone a rischi che richiedono adeguate misure di risk management, orientate alla crescente esposizione sui mercati emergenti, alla complessità e varietà normativa e all’impatto dei profili di rischio sui sinistri delle imprese in contesto internazionale – ha affermato Perego –. In questi contesti, alcune criticità possono prendere corpo a seguito di incomprensioni, anche sul piano linguistico e di ordinamento giuridico, con la conseguenza di una dilatazione dei tempi istruttori a tutto pregiudizio della gestione proattiva (e ove possibile, risolutiva) del caso”.