Buche a Roma, il dossier “Piano Roma Sicura”
Trecentottantatre. Il numero dei siti interessati da fenomeni franosi a Roma è impressionante. Il dato arriva dal dossier “Il Piano Roma Sicura”, promosso dall’Autorità di Distretto Idrografico dell’Italia centrale, in collaborazione con ISPRA e Protezione Civile, che ha elencato e analizzato tutte le grandi fragilità della Capitale e in particolare alluvioni, frane e cavità del sottosuolo. Oltre i 380 siti a rischio, sono circa 90 le buche o voragini che si sono aperte in città, di cui 44 dall’inizio del 2018.
Le aree particolarmente interessate dalla formazione di grandi buche e voragini si concentrano nella zona orientale di Roma, ma anche nel centro storico con le aree dell’Aventino, del Palatino e dell’Esquilino. Negli ultimi 8 anni si è assistito ad un grande incremento del numero delle voragini: da una media di 16 voragini l’anno (dal 1998 al 2008) si è passati ad una media annuale di più di 90 voragini; il massimo di 104 è stato registrato nel 2013. Secondo il dossier la causa principale della formazione delle voragini è “la presenza di numerose cavità sotterranee di origine antropica scavate dall’uomo a vario titolo ma principalmente per l’estrazione dei materiali da costruzione. Tali vuoti costituiscono in molti casi una intricata rete di gallerie”.
Il rapporto si sofferma anche sul rischio di alluvioni e inondazioni. Da sempre Roma ha dovuto affrontare disastrose alluvioni del Tevere anche in sequenza ravvicinata. Dall’Unità d’Italia ad oggi sono state 4 le grandi alluvioni che hanno colpito la città (1870, 1937, 1947, 2012) e i livelli della piena sono stati segnalati da 90 “manine” e lapidi di marmo su facciate di palazzi e chiede del centro storico.
Le cartografie aggiornate dell’Autorità di Distretto mostrano ancora le grandi fragilità di un territorio ad alto rischio alluvionale, ben 1.135 ettari dove vivono e lavorano circa 250.000 persone. Si tratta della più elevata esposizione d’Europa.