Italia a rischio frane e alluvioni: il nuovo rapporto ISPRA
Presentata l’edizione 2018 del Rapporto “Dissesto idrogeologico in Italia”. Italia a rischio frane e alluvioni: il 91% dei comuni è a rischio, 40mila monumenti si trovano in zone alluvionabili. Un quadro preoccupante. Se già la situazione negli anni precedenti era grave, il 2017 fa registrare dati allarmanti. Ben il 91% dei comuni italiani è a rischio idrogeologico. Più di 3 milioni di famiglie risiedono in zone ad alta vulnerabilità. In 9 regioni il 100% dei comuni rischia il dissesto idrogeologico, in altre 6 regioni le località in pericolo vanno dal 90 al 100%. È questa la mappa nazionale del dissesto idrogeologico aggiornata e diffusa dall’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). L’edizione 2018 del Rapporto “Dissesto idrogeologico in Italia”, che fornisce il quadro di riferimento aggiornato sulla pericolosità per frane e alluvioni sull’intero territorio nazionale e presenta gli indicatori di rischio relativi a popolazione, famiglie, edifici, imprese e beni culturali, è stata presentata il 24 luglio alla Camera dei Deputati. “Questo report rappresenta un contributo importante per la conoscenza dei fenomeni di dissesto, per le politiche di mitigazione del rischio nel Paese e per interventi strutturali sul territorio – ha dichiarato il Presidente Ispra Stefano Laporta – La diffusione delle informazioni ambientali sono un obiettivo strategico per Ispra e Snpa (Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente). Informare i cittadini è un dovere ma anche un’operazione dai risvolti importanti dal punto di vista sociale ed economico”.
Nel complesso, l’edizione 2018 del Rapporto presenta un quadro conoscitivo nazionale molto più dettagliato rispetto alle uscite precedenti. Purtroppo, però, il risultato che si evince è quello di un’Italia con un maggior numero di comuni a rischio nel 2017 a confronto del 2015: il 91% contro il precedente 88%. In particolare, si trovano situati in zone ad alta vulnerabilità tutti i comuni di Valle D’Aosta, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Molise, Basilicata e Calabria. Se, anziché i singoli comuni, si prende in considerazione l’intero territorio nazionale, si può vedere come il 16,6% di quest’ultimo si trovi in una situazione di pericolosità, sia a causa di possibili frane che di possibili alluvioni: parliamo di zone ampie fino a 50mila km quadrati. Esaminando invece il numero degli edifici, il 4% di questi ultimi (più di 550mila) si trova in aree a pericolosità di frana elevata o molto elevata. Il 9% degli edifici (oltre 1 milione) è situato in zone alluvionabili.
In totale, gli italiani che risiedono in territori vulnerabili sono più di 7 milioni : di questi, oltre 1 milione abita in zone a pericolosità di frana elevata o molto elevata. Più di 6 milioni di italiani vivono in zone a pericolosità idraulica media (parliamo di zone che possono essere alluvionate a causa di eventi che, in media, si verificano ogni 100-200 anni). In particolare, la porzione di territorio potenzialmente allagabile, rispetto al 2015, è aumentata di ben il 4%. In assoluto, la popolazione più a rischio è quella residente in Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Lombardia, Veneto e Liguria.
Italia a rischio frane e alluvioni. Aumenta l’estensione delle aree soggette a frane (rispetto al 2015, si registra un aumento del 2,9%). Eclatante il dato che riguarda il mondo produttivo italiano: fabbriche, industrie e aziende di servizi collocati in aree a pericolosità di frana elevata o molto elevata sono circa 83mila, per un totale di ben 217mila lavoratori a rischio. Non si salva, purtroppo, nemmeno il patrimonio culturale: quasi 38mila beni culturali italiani si trovano in zone a rischio frana: di questi, 11mila sono collocati in zone ad elevato o molto elevato rischio frana. Quasi 40mila monumenti, invece, si trovano in zone a rischio inondazione. Uno scenario drammatico: basti pensare che, per quanto riguarda proprio i beni culturali, eventuali danni sarebbero, oltre che inestimabili, anche irreparabili.