Clima, 2017 drammatico dal punto di vista ambientale
Pubblicato il nuovo rapporto della Noaa sul clima. Il 2017 è stato segnato da livelli di gas serra da record, molti eventi meteorologici estremi e una temperatura globale eccezionalmente alta.
Dal punto di vista ambientale, un anno da dimenticare. È il 2017. Dodici mesi costellati da primati allarmanti in merito alle concentrazioni di gas serra in atmosfera, al surriscaldamento terrestre e agli eventi meteorologici estremi. A ritrarre il preoccupante quadro è “State of the Climate”, rapporto internazionale pubblicato il 1° agosto 2018 e frutto del lavoro sinergico portato avanti dalla Noaa (National Oceanic and Atmospheric Administration) insieme all’American Meteorological Society. Ad essere impegnati nella stesura del prezioso rapporto sono stati inoltre più di 500 ricercatori e scienziati provenienti da 65 diverse nazioni.
Secondo lo studio, nel 2017 le concentrazioni di gas serra emessi in atmosfera hanno battuto tutti i precedenti record. Tra questi gas si segnalano il metano, l’ossido di azoto e l’anidride carbonica. In particolare, quest’ultima ha toccato la quantità di 405 ppm (parti per milioni): parliamo del livello più alto degli ultimi 800 mila anni. La principale causa della produzione di gas serra sono i combustibili fossili. Detti anche idrocarburi, i combustibili fossili (petrolio, carbone, gas naturali tra cui il metano) rappresentano attualmente la principale fonte di energia del Pianeta. Si tratta di forme di energia non rinnovabili: destinate, pertanto, a esaurirsi molto presto. I gas serra prodotti dai combustibili fossili sono i responsabili del pericoloso effetto serra, delle piogge acide e, in ultima analisi, del surriscaldamento globale. A livello mondiale il loro utilizzo, nonostante i deleteri effetti per l’ambiente e nonostante si tratti di fonti di energia non rinnovabili, continua ad essere purtroppo massiccio (sia per il fatto che gli idrocarburi sprigionano quantità maggiori di energia rispetto ad altre fonti, sia per la facilità di trasporto). Nel momento in cui un combustibile fossile viene bruciato, per produrre energia esso produce grandi quantità di anidride carbonica e altri inquinanti che si disperdono nell’ambiente. Come rilevato dal rapporto della Noaa, gli ambiti nei quali i combustibili fossili sono maggiormente utilizzati sono la produzione di energia elettrica e i trasporti (entrambi a circa il 28%), l’industria (22%), la produzione di calore (11%). Grosse quantità di gas serra sono inoltre prodotte dalle emissioni gassose del bestiame d’allevamento (circa 9%).
Gli effetti di tali emissioni sull’ambiente e sull’intero equilibrio planetario sono evidenti. A partire dal surriscaldamento terrestre. “State of the Climate” segnala che il 2017, dopo i roventi 2016 e 2015, è stato il terzo anno più caldo della storia (per la precisione dal 1880, da quando cioè sono partite le misurazioni ufficiali). Polverizzati record di temperatura in molti Paesi tra cui Spagna, Bulgaria, Argentina e Uruguay.
Il 2017 è stato anche caratterizzato da eventi meteorologici estremi. In particolare, uragani dalla violenza eccezionale hanno causato piogge fortissime e venti con velocità da record: pensiamo a Harvey, Irma e Maria che, con un’intensità inusitata, hanno devastato molte zone degli Stati Uniti.
Notizie allarmanti, poi, sul fronte delle temperature. Nell’Artico si è registrato un aumento di ben 1,6°C rispetto alla norma, mentre i ghiacciai di tutto il mondo, dal 1980, continuano a ridurre la loro estensione senza sosta. Ne consegue un innalzamento anomalo del livello degli oceani: nel 2017, tale innalzamento è stato il più elevato degli ultimi 25 anni. Da segnalare, infine, l’aumento della temperatura delle acque degli oceani: fenomeno che ha determinato uno sbiancamento dei coralli mai registrato prima nella storia.