Finora il 2018 in Italia è al 5° posto degli anni più caldi
Negli ultimi 6 mesi del 2018 in Italia le temperature sono state mediamente di 1,1 grado più alte della norma, il che mantiene il 2018 al quinto posto tra gli anni più caldi. L’analisi del nostro meteorologo Simone Abelli
Facendo un bilancio parziale dell’anno, i primi sei mesi del 2018 in Italia sono stati più caldi e più piovosi della media. Nonostante le apparenze, le perturbazioni che hanno interessato l’Italia, le temperature sono state in media di +1,1°C superiori alla norma, differenza che mantiene il 2018 al quinto posto tra gli anni più caldi. Per quanto riguarda la pioggia, da gennaio a fine giugno sono caduti 22 miliardi di metri cubi di acqua in più rispetto alla norma, una anomalia diametralmente opposta a quanto successo nel 2017, quando lo stress idrico ammontava a circa 20 miliardi di metri cubi d’acqua in meno.
Anche nel mese di giugno, infatti, il Mediterraneo è rimasto esposto a correnti perturbate e instabili. Le quattro perturbazioni che sono riuscite a transitare, hanno interessato l’Italia per un totale di 13 giorni a cui si aggiungono 11 giorni di correnti molto instabili: un totale di 24 giorni in cui hanno dominato nubi piogge, temporali e talvolta anche nubifragi, grandinate e trombe d’aria. Nonostante i numerosi episodi di maltempo le temperature si sono mantenute ben oltre la media, tranne nell’ultima settimana, escluso l’ultimo giorno del mese, in cui le correnti più fresche hanno determinato un sensibile calo termico con valori mediamente inferiori alla norma (eccetto al Nord-Ovest che è rimasto ai margini di quelle correnti sperimentando solo due giorni leggermente sotto la media).
Il mese di Giugno ha ereditato da maggio più o meno la stessa configurazione della circolazione atmosferica caratterizzata dalla persistenza di strutture anticicloniche sull’Europa settentrionale e in parte anche sul comparto orientale. L’anomalia termica evidenzia uno scarto pari a +1.1°C rispetto alla media che pone il giugno 2018 al 7° posto fra i più caldi degli ultimi 60 anni alle spalle dei mesi di giugno del 2003 (+3.9°C), 2017 (+2.5°C), 2012 (+2°C), 2002 (+1.5°C), 2015 (+1.4°C), 2000 (+1.2°C). Tale anomalia è il risultato di scarti particolarmente pronunciati al Centro-Nord (soprattutto al Nord-Ovest con +1.7°C) e quelli più contenuti al Sud e Isole.
Le precipitazioni appaiono vicine alla norma (appena -7% rispetto alla media). Di fatto questo dato medio, come spesso accade, maschera la reale distribuzione delle piogge. Da una parte il Centro-Nord ha sperimentato una carenza di precipitazioni, in particolare il Nord-Ovest e le regioni centrali tirreniche che hanno visto circa metà delle piogge normali. Dall’altra parte le regioni Meridionali e le Isole, nel pieno della stagione secca, hanno subito frequenti incursioni temporalesche che hanno determinato un numero doppio di giorni piovosi e soprattutto un quantitativo mediamente triplo rispetto alle precipitazioni normali: quest’ultimo dato pone il giugno 2018 al 2° posto fra i mesi di giugno più piovosi degli ultimi 60 anni al Sud e Isole, alle spalle del giugno del 1976.