Meteorologia fuori legge: urge una regolamentazione
Dopo la grave tragedia avvenuta nel parco del Pollino con la piena improvvisa del torrente Raganello, Angelo Borrelli, capo del dipartimento di Protezione Civile nazionale, ha espresso l’urgenza di una revisione del sistema di allerta meteo a livello nazionale. Serve un sistema univoco e centralizzato per la diffusione delle allerta ma soprattutto una comunicazione più capillare per “fare in modo che tutti siano messi in condizione di sapere se c’è un’emergenza in corso e, quindi, di prendere le adeguate misure di autoprotezione”. Borrelli, intervistato da QN, ha dichiarato che “abbiamo un buon sistema di previsione e allertamento ma bisogna migliorare sull’ultimo miglio, sulla comunicazione ai cittadini. Serve una piattaforma per mandare messaggi di allertamento proprio come accade in altri Paesi europei”.
Sentiamo cosa ne pensa Luigi Latini, amministratore delegato di Mopi srl – Meteo Expert.
“Il capo della Protezione Civile ha ragione e speriamo che, con la centralizzazione e il miglioramento dei sistemi di comunicazione delle allerta meteo su suolo nazionale, si possano evitare situazione analoghe e nuove tragedie. Il problema però non riguarda solo la diffusione dei bollettini di criticità. Lo scenario in cui operiamo è caotico e il settore della meteorologia privata è privo di regolamentazione. Non c’è una legge, infatti, che definisca chiaramente le regole di questo settore. Si tratta di un problema che va affrontato con urgenza. Come mai? La maggior parte degli utenti, per informarsi sulle previsioni e le criticità meteorologiche, usa siti e app di privati, non gestiti quindi da enti pubblici. Non essendoci una regolamentazione, tra decine e decine di app e siti meteo a disposizione possiamo trovare molti professionisti ma, purtroppo, anche qualche non professionista, privo di ogni titolo di studio ed etica professionale.
“Se non verrà regolamentato il settore –continua – le previsioni che arrivano agli utenti saranno sempre diverse tra loro, contraddittorie e non finalizzate alla corretta informazione meteorologica ma solo alla ricerca di click attraverso titoli roboanti, previsioni esagerate ed esasperazioni. Per far capire quanto è grave la situazione faccio un esempio: nella giornata di ieri un sito privato ha emesso, per l’ennesima volta, un’allerta rossa per il Nord Italia malgrado un articolo del codice lo proibisca severamente.” Lo stabilisce l’articolo 658 del Codice Penale: l’allerta può essere emessa solo dalle autorità competenti e chiunque diffonda notizie false o allarmistiche che facciano scattare le procedure delle autorità per un pericolo, in realtà, inesistente, incorre nel reato di procurato allarme [n.d.r.].
“Chiediamo quindi al Ministro dell’Ambiente, al Capo della Protezione Civile e alle Istituzioni di organizzare urgentemente una riunione che veda coinvolti sia enti pubblici che privati per discutere del grave problema della mancanza di regolamentazione del settore.”