Sempre meno acqua nei laghi italiani: è emergenza
È allarme per i laghi italiani. Non più soltanto nel Lazio. La carenza d’acqua presente nei laghi del nostro Paese si è trasformata in emergenza. Se l’attenzione si era finora concentrata sul Lago di Bracciano e sul relativo stop ai prelevamenti, adesso le istituzioni guardano allarmate anche ai bacini idrici delle altre regioni. Emilia Romagna in primis.
Proprio qui, infatti, si registra la più grave crisi idrica del Paese. I dati arrivano dall’Anbi, associazione nazionale che rappresenta e tutela gli interessi dei Consorzi di bonifica, di irrigazione e di miglioramento fondiario operanti nel nostro Paese. L’invaso del Mignano, in provincia di Piacenza, è sceso a 700.000 metri cubi di acqua, livello-limite per il necessario approvvigionamento idropotabile della zona. Immediato lo stop ai prelievi a scopo di irrigazione. La stessa cosa accadrà a breve anche per il vicino bacino del Molato, che attualmente contiene soltanto 250.000 metri cubi d’acqua. Un dato impressionante: questo bacino è infatti a solo il 5% della sua capienza. La situazione non è certo più rosea nel resto del Nord. Il lago di Garda, ad oggi, è al 32% della sua capienza. In rapida discesa anche i livelli del lago Maggiore (riempimento al 60%), oltre che del lago di Como e del lago di Iseo (per entrambi, riempimento del 57%). Il lago d’Idro potrà soddisfare il fabbisogno idrico richiesto dall’agricoltura bresciana soltanto per una settimana. Da questa situazione deriva un duplice danno per le coltivazioni: ne risentono i raccolti, ma vengono pregiudicate anche le semine (impossibile seminare, per esempio, mais dolce, fagiolini e pomodori).
Dal Nord si torna al Centro Italia. In Toscana l’emergenza idrica è partita dal Grossetano, per poi raggiungere la parte alta della regione. Drammatico il dato che riguarda il lago di Massaciuccoli, noto in tutto il mondo come “il lago di Giacomo Puccini”: il suo livello, che continua inesorabilmente a scendere, si attesta attualmente a -30 centimetri sotto il livello del mare: anche in questo caso, si è resa pertanto necessario la sospensione dei prelevamenti. Grave anche la situazione dei laghi meridionali. Complessivamente, negli invasi di tutto il Centrosud si registra un deficit idrico del 30% rispetto al 2016. I dati più allarmanti arrivano da Basilicata e Calabria. La situazione dei laghi centromeridionali resta comunque, nel complesso meno grave rispetto a quella dei bacini settentrionali grazie alla presenza di invasi a riempimento pluriennale, realizzati nei decenni scorsi dalla Cassa del Mezzogiorno. “Ciò conferma la necessità del Piano Nazionale degli Invasi- afferma Francesco Vincenzi, presidente dell’Anbi- da noi proposto insieme alla Struttura di Missione presso la Presidenza del Consiglio #italiasicura e di cui chiediamo l’inserimento di un primo finanziamento nella prossima Legge di Stabilità. Abbiamo già pronti 218 progetti, i cui cantieri potrebbero essere avviati entro breve, per un importo complessivo di 3 miliardi e 300 milioni da inserire nella più ampia strategia per 2.000 bacini medio-piccoli con un impegno finanziario ventennale pari a 20 miliardi di euro. Di fronte ai cambiamenti climatici, non possiamo lasciare il futuro dei redditi agricoli e del made in Italy agroalimentare alle bizze di Giove Pluvio!”