Umidità e caldo
Spesso ci si confonde ma caldo torrido e afoso sono molto diversi. Ecco cosa cambia e come si misura. Il caldo torrido corrisponde ad un caldo secco, quindi quando c’è poca umidità nell’aria. In questa condizione il corpo riesce a sopportare meglio le alte temperature, cosa che non avviene invece quando il caldo è afoso. Con alti livelli di umidità, infatti, il corpo fa più fatica a disperdere calore attraverso la sudorazione. Per questo motivo con una umidità maggiore dell’aria percepiamo sulla pelle qualche grado in più di quanto non sia registrato dai termometri. Vale anche l’inverso: con una umidità atmosferica molto bassa, la temperatura percepita sulla pelle è addirittura inferiore alla temperatura effettiva.
In meteorologia il grado di “disagio” fisico può essere misurato attraverso l’indice di calore che fornisce il valore di temperatura percepita partendo da due dati: la temperatura dell’aria (T) e l’umidità relativa (Ur).
Caldo afoso e caldo torrido: facciamo un esempio. Partendo da una temperatura atmosferica di 33°C, a seconda dell’umidità relativa dell’aria, la percepita cambia significativamente. Quando il caldo è torrido e dunque l’umidità è molto bassa, al 30% ad esempio, la temperatura percepita scende a 32°C. Se, invece, l’umidità dell’aria è del 60%, la percepita sale notevolmente portandosi a 40°C.
“La percezione resta comunque qualcosa di soggettivo, che dipende da essere umano a essere umano, perciò – spiega la nostra meteorologa Serena Giacomin – spesso non ci si spiega come si possa parametrizzare, tramite un numero, un disagio individuale. Possiamo però considerare la Temperatura Percepita come un’indicazione aggiuntiva di una caratteristica atmosferica in un determinato giorno/momento, da mettere in relazione con le caratteristiche fisiologiche di un essere umano. Il dato non spiega infatti se il soggetto sia anziano, giovane, al sole, all’ombra, fermo o in movimento, ma è un parametro importante che indica la possibile presenza di un disagio in relazione al fenomeno fisiologico di autoregolazione, che in effetti ci fa percepire più o meno caldo.”